Giulia De Lellis e Skin Positivity
Giulia De Lellis, come numerose altre influencer, ha sfilato sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia. A fare notizia però è stata la scelta della De Lellis di presentarsi a Venezia "nonostante le sue imperfezioni", ovvero la pelle non del tutto perfetta poiché segnata dall'acne. Questo gesto, tramutato sapientemente in strategia di marketing, viene visto come una mossa di coraggio da parte dell'influencer e un invito all'auto-accettazione. Entra così in scena la skin positivity, che come la body positivity per quanto riguarda il corpo, accetta ogni tipo di pelle perché ogni tipo di pelle è valida. Ora, il gesto della De Lellis non può essere accostato alla skin positivity poiché lei stessa oltre ad aver sfoggiato un trucco "full face" al festival, è solita pubblicare foto sul suo profilo instagram editate e photoshoppate fino al midollo. La skin positivity, che si è un movimento nato e attivo soprattutto sui social, ma promuove l'accettazione di diversi tipi di pelle e lo fa senza nascondere punti neri, acne, rossori e cicatrici. Perché? Perché la normalità è questa.
Ci sono moltissime influencer che si fanno portavoce di questo pensiero e lo dimostrano in maniera attiva sui social, Giulia De Lellis non è una di queste e , sia chiaro, nessuno condanna il make-up o le foto editate, ma non è giusto accostarla ad un movimento che in maniera diametralmente opposta si occupa di sdoganare standard di perfezione inarrivabili e artefatti, gli stessi standard ai quali alla fine si rifà la De Lellis.
